domenica 23 dicembre 2007

TBTV SOCIAL /1 - Camposcilibano



Insieme al 1° video ecco il post scritto da Vito.

22 dicembre: Appena arrivati al campo profughi palestinese di Burj al Shamali sud del Libano, dopo una breve, intensa e appassionante tappa a Beirut, dove, tra gli ultimi pezzi mancanti del gruppo, abbiamo iniziato a dare volti ai nomi che per settimane firmavano le decine di mail che ci hanno preparato alla partenza. Nomi di ragazze e ragazzi, volti emozionati, felici di iniziare a conoscere. Conoscere i compagni di viaggio, i luoghi attraverso cui questo viaggio si svolgerà, le parole di un’altra lingua che è veramente “arabo” per tutti noi. Ma la bellezza di questo desiderio di conoscenza è proprio la natura di questa emozione. Le aspettative che tutti noi abbiamo nei confronti dell’esperianza appena iniziata non sono soltanto gli obbiettivi minimi che ci siamo preposti, vanno oltre l’organizzazione e la programmazione che seguiremo. “Chi non si aspetta l’inaspettato non lo troverà mai”. E noi ci aspettiamo proprio questo, ciò che non sappiamo, ciò che crediamo di sapere ma abbiamo bisogno di condividere per renderlo vero, ciò che non vogliamo immaginare, perché è giusto che ci venga dalle realtà con cui ci confrontiamo. Adesso il viaggio ha già compiuto un graduale primo percorso. Siamo usciti dalle nostre case romane alle 5 di mattina di un tempo lontanissimo che è appena 36 ore fa, da soli. Abbiamo viaggiato insieme, con scalo a Vienna per una Sacher colazione, siamo atterrati a Damasco, raggiunti da Elisa e Martina, arrivate il giorno prima ma con tante storie già da raccontare. Abbiamo contrattato con i tassisti, cambiato auto in corsa su una superstrada, superato i valichi di frontiera tra Siria e Libano, immaginando gli inevitabili disagi legati alle “normali” procedure di ammissione per chi, attraverso ogni frontiera, vive col peso di un’identità posta costantemente sotto giudizio. E siamo giunti a Beirut, con le cronache di Saverio, con le parentesi storico-politiche recuperate dai moduli del mio corso di studio, con i racconti riferiti da altri o legati a cose viste, lette, sentite. Accompagnati dalla spericolata simpatia del nostro tassista. E a Beirut Jack, poi tutte le ragazze, Marinello, a comporre la comitiva che avrebbe spremuto fino all’ultimo la prima e unica sera libera in capitale. Solo per il piacere di iniziare ad avere cose da condividere. E sono stati racconti, sapori, suoni, odori e tante, tantissime risate. Questa breve cronaca andrebbe corredata da tutta un’aneddotica fatta di nomi, episodi e situazioni. E potrebbe essere accompagnata anche da tutte le suggestioni, emozioni, sensazioni di chi scrive. Ma questo la renderebbe qualcosa di diverso. Conservo tutto per altri racconti, altre forme di comunicazione e altri momenti, visto che bisognerà pur decidere se scrivere un flusso di coscienza lungo quanto la cronaca minuto per minuto di ciò che facciamo o vivere e fare, minuto per minuto, per avere sempre, storie da raccontare.

A presto, Vito

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