giovedì 22 luglio 2010

Sky sul Digitale terrestre - 3// Il gioco a 3 del pluralismo by Aldo Grasso

Aldo Grasso nel commentare la notizia dell'ok da parte dell'UE all'ingresso di Sky nel mercato del digitale terrestre lancia l'allarme del triopolio. L'idea è di per sè stuzzicante: dopo il triopolio uno può parlare del quadripolio e poi così via passando per il pentapolio e via discorrendo.
La vera novità in realtà è un'altra: il sistema televisivo italiano non è mai stato così affolato e questa notizia funziona un pò come un'enzima che stimola riflessioni e apre scenari diversi (lo riconosce anche Aldo Grasso quando parla dei fasti degli anni '80). Non so perchè ma Aldo Grasso dimentica che gli editori televisivi sono tanti ma che pochi stanno veramente investendo (intendo sperimentando e rischiando soldi) in questo settore facendone il core business delle proprie aziende. Certo non possiamo dimenticare le ultime mosse di TelecomItaliaMedia su La7.
Ad ogni modo Aldo Grasso non deve dimenticare che ad oggi esiste ancora il duopolio (ma siamo proprio sicuri che sia duo?) e che quello che lui chiama triopolio non è ancora nato. Anzi proprio come egli scrive "sarà una lotta senza esclusioni di colpi". E io infatti vi consiglio di leggere bene questo articolo qui apparso sul Corriere della Sera.




IL GIOCO A TRE DEL PLURALISMO di Aldo Grasso
La decisione della Commissione europea che autorizza Sky Italia a partecipare alla gara per l'assegnazione delle frequenze nazionali per il Digitale terrestre (Dtt) è destinata a cambiare radicalmente lo scenario dell'offerta televisiva in Italia. Forse, perché non è detta l'ultima parola. Mediaset, «sconcertata» per la decisione, ha deciso di fare immediato ricorso alla Corte di Giustizia europea. Sarà una lotta senza esclusione di colpi. Cosa comporta questa decisione? Sky, che è già monopolista sul satellite, potrà competere anche su un territorio in forte espansione, come quello del Dtt. Con questa decisione la Commissione ha di fatto esonerato il gruppo di Rupert Murdoch da uno degli impegni presi nel 2003, quando la Newscorp rilevò Stream e lo fuse con l'operatore televisivo rivale Telepiù.

Tecnicamente Sky potrà ora avanzare un'offerta per una delle cinque frequenze che diventeranno disponibili. Ogni frequenza, o multiplex, può contenere al suo interno cinque o sei canali, a seconda della qualità del segnale (per esempio, in alta definizione potrebbero andare in onda solo due canali). Il che significa che Sky Italia, la controllata italiana di Newscorp, oltre a Cielo potrà realizzare o mettere a disposizione altri canali in chiaro, cioè non a pagamento, almeno fino al 2015. Il primo aspetto che balza agli occhi è che lo scontro con Mediaset sarà molto duro, come mai è successo in Italia.
Forse avremo la possibilità di capire cosa significhi davvero il concetto di concorrenza televisiva. Forse avremo un'offerta ricca, che riporterà la tv generalista italiana ai fasti dei primi anni Ottanta. Come ha dichiarato l'amministratore delegato Tom Mockridge, la decisione di Bruxelles conferma che «il mercato televisivo italiano ha vissuto grandi cambiamenti negli ultimi anni», anche «grazie al costante impegno di Sky Italia nell'introdurre più concorrenza».
Mediaset ritiene invece che la decisione sia iniqua perché autorizza Sky, che «detiene il 99,8% della pay tv satellitare e l'86% della tv a pagamento, a operare nel mercato free e la autorizza a entrare in possesso degli asset frequenziali già insufficienti per gli operatori attuali». È probabile che Mediaset sovrastimi un po' i dati per drammatizzare il temuto ingresso di Sky, ma è certo che nel 2009 i ricavi della tv a pagamento hanno raggiunto 2,87 miliardi di euro, in crescita del 7,4% rispetto al 2008. Resta preponderante la parte relativa all'offerta satellitare con 2,46 miliardi (gli abbonamenti Sky sono però stagnanti, se non in calo), ma cresce sensibilmente del 53% la torta del Dtt (323 milioni).
A rafforzare la posizione di Mediaset è subito intervenuto il viceministro allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni Paolo Romani che ha criticato la scelta di Bruxelles. Romani ha giudicato «ingiustificata e grave» la decisione della Commissione europea di consentire anticipatamente lo sbarco di Sky sul Dtt.
Come se non bastasse, alla vigilia della decisione erano circolate voci di una pressione dell'ultimo minuto con cui il governo italiano avrebbe cercato di convincere l'Unione europea a rivedere la sua decisione. Il secondo aspetto è che Sky ha certamente le risorse per diventare protagonista sul Dtt, ma forse non ha ancora la mentalità per competere nell'ambito dell'offerta della tv generalista.
L'unico programma interessante che ha fatto finora è stato Fiorello, ma con Fiorello è fin troppo facile. Gli altri tentativi sono stati modesti. La programmazione di Cielo è un riciclo, l'offerta di Sky Cinema è visibilmente priva di una testa pensante in grado di mettere insieme una programmazione decente, persino l'offerta sportiva, come abbiamo già avuto modo di segnalare, è in fase involutiva. Se Sky scende in campo sulla generalista con queste forze si espone al classico buco nell'acqua. Con l'eventualità che poi diminuiscano sensibilmente gli abbonamenti sul satellite.
Il terzo, decisivo, aspetto che è l'ingresso di Sky sul Dtt rischia di mortificare definitivamente la presenza di altri editori più piccoli. Sarà un gioco a tre, fra Mediaset, Sky e Rai, anche se Viale Mazzini è destinata a svolgere un ruolo sempre più marginale, soprattutto per quel che riguarda le fasce di pubblico. Per il senatore Vincenzo Vita, della Commissione di vigilanza Rai, l'ingresso di Sky nel Dtt «è una piccola boccata d'ossigeno al pluralismo televisivo in Italia, compresso e soffocato dalla concentrazione Rai/Mediaset e dal conflitto d'interessi». Sicuro? Dopo il monopolio, il duopolio, non vivremo per caso l'epoca del «triopolio»?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sky si dimostra sempre di più una grande azienda che porta avanti anche argomenti come la libertà di espressione

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