
-quella dello stare in tv (negli studi, nelle piazze alla Santoro a far sentire la propria opinione ecc...)
-quella dell'essere la tv (immaginiamo i protagonisti dei reality come il Grande Fratello che si ritrovano da essere perfetti sconosciuti a utili fram-menti di programmi tv riproposti poi in tutti i generi e a tutte le ore ecc.)
-quella del fare la tv in prima persona.
Non so se questo sillogismo possa reggere, ma mi sembra che la conseguenza diretta di questo discorso è che forse oggi fare contenuti voglia dire trasformarsi in una calamita. Pensiamo a tutti quei video che attirano milioni di persone e aggiornano continuamente il numero dei visitatori. Eppure non basta. Sarebbe troppo facile fare un video-calamita (virale?) postarlo su una piattaforma e vedere quante persone sono state attratte da quel nostro video ma sarebbe un pò come funziona per tutti i format televisivi. In questa era dell'abbondanza forse non basta più solamente attrarre, forse l'imperativo categorico è generare connessioni. Non solo in senso stretto. Un pò quello che avviene il martedì e il giovedì alle 22 su NETTV: tommaso tessarolo, axell, massimo mantellini, vittorio pasteris, luca conti e tutte le persone che da ogni città o nazione diversa si riuniscono e interagiscono per condividere opinioni, lanciare messaggi, conversare sui temi più disparati: dall'iphone all'emergenza climatica. Pop art is linking things scriveva Andy Warhol, Net Tv is linking People mi permetto di parafrasare. La vera rivoluzione della Net Tv è proprio questa: linkare le persone, le loro storie, i loro punti di vista. La vera forza per generare conversazione sta qui: non solo attirare persone ma attirarle per far nascere condivisione. E chissà che sperimentando non troviamo l'equilibrio tra personalizzazione e connessione (come auspicava anche Federico di Chio).
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