mercoledì 4 luglio 2007

NetTv e vita quotidiana/2

Verrà il futuro della televisione e avrà i tuoi occhi, scrivevo qualche post fa. Dopo aver riflettuto sulla Net-Tv, come sistema tecnologico, rileggendo e commentando alcuni passi del saggio di Silverstone credo che il passo succesivo sia quello di analizzare le dinamiche di fruizione e produzione nell'era delle post-televisioni. Sempre Silverstone scriveva "Il consumo dipende dalla produzione. Non possiamo consumare ciò che non produciamo. Il consumo stimola la produzione. Senza distruzione non si può creare."
La lucidità di questa affermazione sta nel fatto che, lo studioso, sembra quasi aver anticipato le dinamiche che stiamo vivendo come rivoluzione in questi tempi. Dopo anni di passività forzata, grazie alla tecnologia, produrre e distribuire contenuti è alla portata di tutti. La nuova figura è quella del prosumer, il consumatore che produce ciò che consumerà. Come dire: dalla passività alla totale inter-attività, dal couch potato allo spettAttore.
Perchè le persone producono contenuti? si chiedono in tanti. "Perchè se lo possono permettere" come scrive Tommaso Tessarolo nel suo libro o perchè siamo tutti dei gran narcisi (compreso noi che scriviamo sui blog) desiderosi di essere protagonisti in prima persona? Sicuramente entrabe le cose ma c'è n'è un'altra. Della rivoluzione scatenata dagli User Generated Content ne ha scritto Bruno Pellegrini nel suo libro "Io? Come diventare videoblogger e non morire da spettatore". A mio avviso già il titolo suggerisce la risposta alla domanda sul perchè le persone producono contenuti e la chiave di lettura di uno dei fenomeni più interessanti degli ultimi anni che ben si ricollega al saggio di Silverstone. Se è vero che nelle dinamiche di consumo sono sottese attività di distruzione, nulla osta imaginare che è arrivato il momento del consumo creativo o produttivo. Inoltre, se è vero che nel consumo esprimiamo la nostra identità sarà altrettanto vero che nella produzione, anche e soprattutto, dei contenuti i vlogger esprimono il loro modo di stare nel mondo. Virtuale, si dirà, ma pur sempre un mondo. Costruito da loro e per loro e per chi si mette in gioco. Attraverso la produzione di video si comunicano gusti e sensazioni, si proietta la propria personalità, la propria umanità, sentimenti ed emozioni (insomma tutte quelle cose che chiamiamo vita). Attraverso un videoblog si prendono posizioni e, perchè no, si condividono arte e saperi. In questo presente in cui si ha così tanta nostalgia di futuro si può produrre un video e vedersi in onda. Esprimere e portare avanti le proprie convinzioni politiche e chissà innescare una rivoluzione.

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