
1) Ci piace guardare quello che guardiamo - la logica dell'entertainment
Guardare un programma o un canale deve dare piacere... Non ci sono alternative: che sia un piacere "di pancia" o intellettuale quello che viene trasmesso deve piacere. A tal proposito vi rimando al saggio di Steven Johnson, che analizza i vari piaceri che un testo televisivo può procurare.
2) L'hai vista quella cosa? - la logica della connessione sociale
E' l'esperienza più difficile che oggi si possa offrire. In passato, quando c'erano pochissimi canali, un programma diventava veramente il pretesto per la conversazione tra le persone e ad ogni modo la tv era veramente l'agorà di un paese. Nella storia d'Italia la tv può essere considerata a buon diritto il raccordo o l'epicentro della connessione sociale... come non ricordare la tesi di Pasolini sulla lingua italiana?
Oggi con l'esplosione delle piattaforme televisive e la nascita dei canali tematici che si rivolgono alle nicchie e ai vari target chi riesce ancora a ri-creare una sorta di conversazione ha vinto la sfida!
3) Tutti sono esperti - la logica della conoscenza
E' la logica più difficile da seguire e rappresenta la sfida più ardua da vincere: fare un canale televisivo o un prodotto per la tv che renda i propri spettatori più "intelligenti" quando spengono il canale o finiscono di guaradre un programma. Non è facile ma ad esempio REPORT riesce perfettamente in questo intento: tutti gli spettatori delle inchieste coordinate da Milena Gabbanelli il lunedì sembrano tutti esperti di pratiche fallimentari o di legislazione edile. La frase che si ripete di più e si condivide è quella che inizia così "Lo sai che....?"
4) Essere lì - la logica dell'immersione
Se un canale o una serie tv riesce a far immergere lo spettatore in quello che guarda il lavoro è fatto: nessun telecomando e nessuna zapping potrà distrarre la visione di qualcosa. Mi è successo pochissime volte (per lo più guardando una serie tv...). Io non potrei fare testo perchè sono nun curioso e sono un fissato di palinsesti e quindi programmazione e contro-programmazione... ma alla fine anche io sono "caduto" nella trappola dell'immersione. mi è successo con Lost e Prison Break e qualche gara sportiva (ciclismo specialmente). La logica dell'immersione è tipicamente cinematografica o legata alla lettura ma in futuro credo si sposterà sempre più verso la televisione. Cosa succederà infatti quando i canali inizieranno ad implementare sempre più la parte interattiva e partecipativa? Sondaggi, scelta di contenuti, commenti a caldo, partecipazione nel segnalare news e altro. Credo che sarà la parte più rivoluzionaria di un palinsesto. Esseri lì non solo nel senso di immersione ma anche in quello di partecipazione. Quando lo spettatore sentirà di stare facendo il programma o costruendo un palinsesto. Da questo punto di vista ne vedremo delle belle... e credo che difficilmente torneremo indietro.
5) Siamo ciò che guardiamo - la logica dell'identificazione
Non è soltanto una questione di target (come nel mondo del marketing si usa dire...) è una questione più profonda. Perchè riuscire a far identitificare qualcuno in un canale o in un prodotto televisivo non è una cosa semplice. Perchè chi guarda deve avvertire che si sta parlando di lui o comunque e soprattutto di qualcosa che lo riguarda. Il vero successo lo hanno quelle serie o quei canali che riescono a produrre qualcosa costruita a più livelli che quindi riesca ad interessare più persone possibili... e qui ancora dobbiamo scontrarci/incontrarci con le logiche della quantità... che sovrintendono il mercato pubblicitario.
Ed ora che la discussione abbia inizio: segnalate casi o saggi o articoli per ciascuna logica! Io sono qui pronto a discutere con voi...
E' la logica più difficile da seguire e rappresenta la sfida più ardua da vincere: fare un canale televisivo o un prodotto per la tv che renda i propri spettatori più "intelligenti" quando spengono il canale o finiscono di guaradre un programma. Non è facile ma ad esempio REPORT riesce perfettamente in questo intento: tutti gli spettatori delle inchieste coordinate da Milena Gabbanelli il lunedì sembrano tutti esperti di pratiche fallimentari o di legislazione edile. La frase che si ripete di più e si condivide è quella che inizia così "Lo sai che....?"
4) Essere lì - la logica dell'immersione
Se un canale o una serie tv riesce a far immergere lo spettatore in quello che guarda il lavoro è fatto: nessun telecomando e nessuna zapping potrà distrarre la visione di qualcosa. Mi è successo pochissime volte (per lo più guardando una serie tv...). Io non potrei fare testo perchè sono nun curioso e sono un fissato di palinsesti e quindi programmazione e contro-programmazione... ma alla fine anche io sono "caduto" nella trappola dell'immersione. mi è successo con Lost e Prison Break e qualche gara sportiva (ciclismo specialmente). La logica dell'immersione è tipicamente cinematografica o legata alla lettura ma in futuro credo si sposterà sempre più verso la televisione. Cosa succederà infatti quando i canali inizieranno ad implementare sempre più la parte interattiva e partecipativa? Sondaggi, scelta di contenuti, commenti a caldo, partecipazione nel segnalare news e altro. Credo che sarà la parte più rivoluzionaria di un palinsesto. Esseri lì non solo nel senso di immersione ma anche in quello di partecipazione. Quando lo spettatore sentirà di stare facendo il programma o costruendo un palinsesto. Da questo punto di vista ne vedremo delle belle... e credo che difficilmente torneremo indietro.
5) Siamo ciò che guardiamo - la logica dell'identificazione
Non è soltanto una questione di target (come nel mondo del marketing si usa dire...) è una questione più profonda. Perchè riuscire a far identitificare qualcuno in un canale o in un prodotto televisivo non è una cosa semplice. Perchè chi guarda deve avvertire che si sta parlando di lui o comunque e soprattutto di qualcosa che lo riguarda. Il vero successo lo hanno quelle serie o quei canali che riescono a produrre qualcosa costruita a più livelli che quindi riesca ad interessare più persone possibili... e qui ancora dobbiamo scontrarci/incontrarci con le logiche della quantità... che sovrintendono il mercato pubblicitario.
Ed ora che la discussione abbia inizio: segnalate casi o saggi o articoli per ciascuna logica! Io sono qui pronto a discutere con voi...
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