martedì 26 giugno 2007

Net Tv e vita quotidiana/1

Una delle sfide più affascinanti che ci aspetta in futuro è quella di rileggere e, perchè no, riscrivere tutti quei saggi riguardanti la televisione (paleo o neo non importa) con un ottica diversa. Per chi ha studiato, analizzato e sviscerato quella che in molti hanno chiamato specchio o scatola magica, deficiente o cattiva maestra l'imperativo categorico è di focalizzare l'attenzione su quelle che stiamo chiamando Net Tv o in modo più ampio Post-Televisioni. Uno dei testi fondamentali è quello di Roger Silverstone "Televisione e vita quotidiana" (per la particolarità di riuscire a collegare la tecnologia al racconto sociologico) che dopo aver letto il libro di Tommaso Tessarolo sto cercando di approfondire con uno sguardo diverso. La prima considerazione di Silverstone riguarda "l'aspetto genuinamente quotidiano della televisione". Lo studioso si chiede "Come è accaduto che una tecnologia, un mezzo di questo genere si sia insinuato così profondamente e intimamente nelle fibre della nostra vita di tutti i giorni?" Silverstone parla a proposito dell'esperienza della televisione e mi preme sottolineare le parole esperienza della televisione che il massmediologo collega al concetto di esperienza culturale proprio perchè la domanda fondamentale è capire cosa c'è nella tv che la fa essere un oggetto potenzialmente significativo? Semplicemente per il fatto che è costantemente disponibile, perchè è una presenza costante. E' eterna scrive addirittura a pagina 35 del suo saggio. Per Silverstone è proprio il fatto che la televisione (intesa come contenuti) viene a configurarsi come un membro interno della famiglia e incluso nello spazio domestico (inteso come oggetto-il televisore) la rende un oggetto potente. Quello che veramente ci deve far riflettere, però, è quando Silverstone scrive che "la televisione è una gran parte della scontata serialità televisiva e spazialità della vita quotidiana. La sua programmazione riproduce (o definisce) la struttura domestica" o ancora "la televisione è un mezzo domestico. E' a casa che la si guarda, che la si ignora, o se ne discute [...] è parte della nostra cultura domestica".
D'accordo per la casalinga disperata di Voghera (sull'orlo di una crisi di nervi per programmi allungati e palinsesti non rispettati) ma per il nipote smanettone, con un ipod alle orecchie , un tivufonino, un myspace e un invito a Joost appena recapitatogli il discorso non regge più. I contenuti (televisivi) non si vedono più secondo le logiche dei broadcaster (come già succedeva da tempo) ma soprattutto non si fruiscono più soltanto grazie al televisore e di conseguenza solo a casa (... lo spazio domestico). Una serie tv, un programma di classifiche musicali, una docusoap oggi possono essere distribuiti in maniera lineare o non lineare e perdipiù su molti supporti. Di conseguenza l'esperienza televisiva, grazie alle nuove tecnologie, la si può vivere ovunque e ogniqualvota si vuole (potenzialemente). Anywere, anytime scrive Benjamin Kott in Mediamorfosi. Inoltre se, come scriveva sempre Silverstone, "la tecnologia è il luogo di una lotta (per quanto impari) per il controllo: per il controllo dei suoi significati e per il controllo della sua potenza" proprio grazie alla tecnologia, hardware e/o software, la lotta volge a favore di noi tutti. Infatti, liberati dalla schiavitù dei palinsesti verticali e orrizzontali, stagionali e di garanzia faremo esperienza culturale di televisione senza essere additati di esserne inconsapevoli vittime e chissà che non correremo il rischio di diventare broadcaster di noi stessi. Vuoi vedere che verrà il futuro della tv e avrà i nostri occhi?

3 commenti:

alunno oftalmico ha detto...

stiamo tornando ad una certa forma di oralità con le webtv? una forma evoluta di racconto intervallato con immagini, come un nonno sul fuoco che racconta e ologrammi si formano dalle scintille? avremo una cultura orovirtuale? un deposito di nonni virtuali che raccontano le loro memorie?

veravox ha detto...

In questo momento, giacchè ho letto velocemtne e mi faccio condizionare dal commento precedente al mio...in questo momneto vedo un piccolo pc collegato wireless al resto nel mondo incastonato in una collana dotata di microcamera e proiettore.tocchiamo e proiettiamo le immagini memorizzate sul primo muro disponibile e registriamo quello che ci pare e mandiamo in onda. Sembra magia. Non ho letto tutto.
Son passata a salutarti. Non mi ricordvo l' indirizzo. Ti ho cercato su google.
ciao, mari

www.talentosprecato.ilcannocchiale.it

io ha detto...

Ciao Mari,
dovremo iniziare a discutere seriamente di questi temi...

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